Ti sei sentito rappresentato alle ultime elezioni presidenziali? Hai sperato che potesse esserci qualcuno come te? Tantissime persone, soprattutto giovani, non hanno saputo chi votare e molti si sono trovati in difficoltà. Quasi nessuno si è ritrovato in qualcuno degli attuali politici. A sostegno di ciò si riportano i dati degli italiani che sono andati a votare lo scorso settembre 2022. C’è stato un vero crollo, per nulla indifferente, sull’affluenza alle urne. A livello globale si ha sempre più attenzione nel rendere i governi rappresentativi della diversità della popolazione (in termini di età, razza e orientamento sessuale). I giovani italiani però continuano a non rispecchiarsi nella classe dirigente. Ma cosa hanno in comune elezioni, scienziati e metodo scientifico?

Aristotele vedeva la politica come scienza, logica e apprendimento per esperienza. La politica era vista come un’indagine scientifica, ribaltando così l’attuale massima secondo cui la scienza è al di fuori della politica. Nel suo mondo i politici-scienziati sarebbero coloro che riescono a risolvere problemi complicati. Che sia il metodo scientifico applicato alla politica la soluzione?

Scienziati e politici a confronto

Nella scienza, ogni ricercatore, studente, scienziato, in base alla sua competenza e disponibilità, dà il proprio contributo alla comunità scientifica. Nessuno elargisce verità assolute. In politica, invece, si vedono tante persone, ognuna con i propri obiettivi  e interessi, spesso con una visione poco critica e ridotta delle situazioni, con piani di azione poco consistenti e senza fatti concreti. 

Il metodo scientifico permette di prospettare e risolvere problemi estremamente complessi. I passi del metodo scientifico sono logici e sequenziali. Da un problema nasce una domanda, poi un’osservazione e una ricerca, si formula un’ipotesi, si procede con l’esperimento, si analizzano i risultati, si arriva ad una conclusione e infine si procede con la divulgazione. In politica, invece, qual è il metodo usato per risolvere i problemi di tipo sociale o economico? Sarebbe possibile utilizzare, come auspicato da Aristotele, il metodo scientifico in politica? Se gli scienziati riescono a risolvere problemi difficilissimi, forse il politico-scienziato riuscirebbe a placare il malcontento della società?

Possiamo usare il metodo scientifico in politica?

A proposito di elezioni, scienziati e metodo scientifico, le domande sono tante, ma le risposte meno. Eppure, gli esempi di chi ha saputo gestire le nazioni utilizzando una mentalità scientifica ci sono. Basti pensare ad Angela Merkel, una delle donne più influenti in Europa e capo del governo tedesco dal 2005 al 2021 ma anche scienziata. Laureata in Fisica e con un Dottorato di ricerca in Chimica fisica, ha cercato di infondere tra gli stati membri dell’Unione Europea l’idea di un futuro sempre più nelle mani della società e soprattutto della conoscenza, abbracciando sin da subito le nuove tecnologie, la lotta al cambiamento climatico e la definizione degli obiettivi comunitari in materia di gas a effetto serra. 

Sono questi i temi tanto attuali e cari ai giovani che sperano in un futuro all’insegna dell’osservazione, di un approccio critico e del rispetto del mondo che ci circonda. Tutti valori che molti, purtroppo, fanno fatica a ritrovare nei nostri politici italiani.