Sono entrato a scuola sapendo che non voglio entrare nel mondo accademico. Per quanto sia triste, è un sistema difficile, che non favorisce le persone che non sono sistematicamente privilegiate.
Esordisce così un giovane laureato in Bioingegneria intervistato in un interessante articolo da STAT. Non è l’unico! Giovani scienziati sconvolgono il mondo accademico senza precedenti per lavori remunerativi nel settore privato. Molti di loro stanno entrando in programmi di laurea già sapendo che non vogliono rimanere nel mondo accademico. Sono convinti che, come per loro, per molti l’università rappresenti solo una tappa intermedia piuttosto che una destinazione finale.
Da studenti universitari a dottorandi, passando per ricercatori post-dottorato con contratto di vario tipo, sono sempre di più coloro che criticano un sistema capace di sfruttare le loro lunghe ore al banco di laboratorio solo per fare carriera o accrescere la fama dei professori. In cambio, si finisce per essere impotenti, sovraccarichi di lavoro, sottopagati. In breve, non si viene messi nella condizione di poter vivere degnamente la propria vita.
Queste critiche risalgono a decenni fa. Quello che sembra cambiato è che ora c’è un settore biotecnologico e privato in forte espansione con un bisogno apparentemente insaziabile di talenti nel campo delle scienze e con la volontà di offrire stipendi elevati. Per molti giovani ricercatori il fascino di questi lavori è irresistibile.
I dati in questa ricerca vengono da uno studio internazionale. Sicuramente giovani scienziati sconvolgono il mondo accademico anche in Italia. Da qui l’idea di S2I di porsi come punto di riferimento per quanti laureati in materie scientifiche che si affacciano dall’università al mondo fuori scientifico e aziendale.