Spesso non esistono domande banali o troppo azzardate durante un colloquio di lavoro. Semplicemente bisogna avere il coraggio e la voglia di mettersi in gioco, cercando di andare oltre. La curiosità, la capacità di sorprendere e la propensione all’adattamento sono tutte qualità che qualunque candidato può facilmente mettere in campo sin dal primo incontro.
Oggi ti raccontiamo una storia. Ti presentiamo un esempio di cosa poter fare per distinguerti dagli altri candidati, riportandoti un’esperienza vissuta direttamente dal nostro Founder.
Il giorno del colloquio di lavoro di Alessio
Alessio aveva 24 anni. Si era appena laureato al Corso di Laurea magistrale in Chimica e stava cercando lavoro. Aveva iniziato a mandare il suo curriculum a diverse aziende. Finalmente, dopo alcune settimane di attesa, il telefono squillò. Alessio era stato invitato ad un colloquio di lavoro come insegnante di Chimica in una scuola privata.
– “Cosa cercate nel candidato ideale?”, chiese subito Alessio.
– “Cerchiamo un candidato – esordì il recruiter – che abbia ottime conoscenze scientifiche (di Chimica, in questo caso specifico, ndr). Vogliamo una persona attenta ai dettagli e professionale, che sappia spiegare e semplificare gli argomenti difficili della nostra disciplina.”
– “Che cos’altro cercate che non avete scritto nell’offerta di lavoro? Quale sarebbe il vostro sogno? L’elemento che potrebbe fare la differenza?”, aggiunse Alessio incuriosito.
– “Se proprio insisti – asserì il recruiter – sarebbe fantastico avere qualcuno capace di portare in classe i fondamenti della Chimica attraverso degli esperimenti scientifici pratici.”
L’idea dell’olio, dell’aceto e del bicarbonato
Alessio iniziò subito a pensare alla sua presentazione, al suo modo di porsi, alla qualità delle informazioni da dare. Soprattutto, pensò a come far colpo sull’azienda. Quando arrivò il fatidico giorno, prima di tutto si mise a suo agio rispondendo alle prime domande di conoscenza generale. Poi, di fronte agli occhi sbalorditi del recruiter, tirò fuori dal suo zaino un limone, del bicarbonato, del sale da cucina, dell’olio di oliva, dell’aceto.
Tra tanta incredulità e sorpresa, spiegò subito cosa avesse intenzione di fare. “Stia tranquillo, nulla di strano, le riporto solo un esempio di come insegnerei Chimica in classe, di come lo farei in modo divertente, partecipativo e in maniera più accattivante per gli studenti.”.
Il colloquio continuò per un’ora circa, incluso un brevissimo e banalissimo esperimento per misurare l’acidità dei vari condimenti dell’insalata. Già il giorno dopo Alessio iniziò a vedere i risultati di tanto coraggio e della sua molta voglia di mettersi in gioco. Lo chiamarono per offrirgli il posto da docente. Nonostante vi fossero altri candidati più preparati e qualificati di lui, era stato l’unico a proporre qualcosa di diverso durante un colloquio di lavoro.
Ecco come, davvero, il fare domande durante un colloquio di lavoro possa costituire un potere. Credi anche tu nel potere di prepararsi e fare domande prima e durante un colloquio?